Questo mio lavoro è stato ispirato dall’omonimo romanzo per ragazzi di Michel Grimaud, scritto nel 1973. Come il precedente lavoro “Autour de la Lune”, colonna sonora immaginata per l’omonimo romanzo di Jules Verne, anche questo è un concept album. In “Autour de la lune” si sonorizzava il viaggio spaziale dei tre protagonisti, chiusi in un proiettile e sparati da un enorme cannone, verso la luna. Sonorità ispirate anche dal cortometraggio di Georges Melies, entrato nell’immaginario collettivo grazie alla famosa scena del proiettile conficcato nell’occhio del satellite. Se le sonorità di questo lavoro erano sognanti, romantiche, intimiste e molto influenzate dal duo francese Air e dai Mercury Rev più sinfonici, questo mio ultimo lavoro si muove su coordinate opposte.
Siamo in una piccola città industriale in Francia nel 1980. L’inquinamento ha assunto una dimensione allarmante. Un gruppo di giovani attivisti cerca con tutti i mezzi di fermare la diffusione di questo male che minaccia la popolazione nella sua stessa esistenza. Si scontrano però con l’interesse del principale industriale della città, che possiede il maggior numero di fabbriche inquinanti. Una guerra non dichiarata crescerà e infine, con modi molto intelligenti, i giovani riusciranno a allertare l’opinione pubblica e, a causa di un catastrofico aggravarsi della situazione, a imporre la stretta osservanza delle leggi.
Come nel film “Il pianeta delle scimmie”, dove l’astronave degli esploratori viaggiando alla velocità della luce ricade infine sul punto di partenza, un pianeta Terra futuro governato da primati evoluti, il proiettile dei tre cosmonauti di Verne lanciato nel 1870 ricade su una Terra del 1980, oppressa dall’inquinamento e dai conflitti sociali. I suoni cambiano, il sogno illuministico delle “magnifiche sorti e progressive” si è spento, il futuro è sfuggito di mano all’Uomo, portandolo in territori oscuri e minacciosi.
Ma, come nella sopracitata “La Ginestra” di Leopardi, la speranza di un futuro più umano viene necessariamente dai più giovani, dalla loro ribellione allo status quo e dal loro naturale sostituirsi alla vecchia generazione. Generazione che in nome di capitalistiche logiche di profitto sta sistematicamente distruggendo la Terra.
Sono sempre stato attratto dal periodo che va dalla seconda metà degli anni 70 ai primi anni 80. Un periodo caotico, ma anche estremamente vivo, specialmente nel mondo artistico. Credo che il cosiddetto “shock del futuro” teorizzato da Alvin Toffler (la sensazione che i recenti cambiamenti indotti dalla tecnologia, dalla società, dallo stile di vita siano di gran lunga più veloci della capacità umana di adattamento) abbia trovato in quegli anni la sua massima espressione. Lo sentiamo nella musica, nel cinema, nelle arti e nella generale atmosfera di sconosciuto e minaccioso pericolo incombente.
Cercavo un catalizzatore di questo insieme di atmosfere e sensazioni, di questa mia Weltanschauung degli anni ‘70, l’ho trovata nel romanzo di Grimaud, ho provato a trasmetterla in questo lavoro.
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